giovedì 29 marzo 2007

Il Palahniuk che è in te

Rifletti su quanto gli altri siano diversi da te, su quanto mal di testa hai, su quanto bello e brutto sia il tuo posto di lavoro, e il tuo futuro. Su quanto sia maledetto e sublime il rapporto con le persone, su quanto sia ingestibile la sensualità totale della vita. Su quanti limiti, e filtri, e scompartimenti dobbiamo installare. Tu sei vera: tu, in fondo, sei vera.

Tu domani riparti per la Toscana. Pensi alla tua collega psicologa che mangia tanto, troppo: pensi che abbia problemi alimentari, ma è così brava a far luce su quelli degli altri che quasi non vuoi crederci. Pensi al tuo sensuale tutor, alla tensione erotica che c'è tra voi due. Al tuo noviziato, che ti secca, perché tu vuoi sapere tutto, non vuoi essere all'oscuro del prima, non vuoi che i piccoli segreti ambientali ti passino sotto il naso. Tu osservi gli altri, quelli di cui diffidi. Osservi gesti di imbarazzo che somiglieranno ai tuoi, osservi le dinamiche di chi perde la libertà, e lo detesti. Si può, non perdere la libertà. Basta non credere troppo, non amare troppo, basta amare qualcosa anziché qualcuno, un'idea anziché un'ideatore. Basterebbe un bicchiere di vino ogni sera. O forse uno in più ogni sera. La morale è che vorresti parlare di etica, e non di morale, e vorresti che gli altri avessero il tuo Térritmus (la parola ungherese più bella che conosci): il tuo ritmo dello spazio.

In metro, da giorni, riecheggia questo:
«In deontologia professionale ho preso dal 5 al 6.
Al posto della deontologia professionale, ho imparato a dire alla gente solo quello che vuole sentirsi dire. Ho imparato a scrivere tutto quanto.»
Chuck Palahniuk, Ninna Nanna, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 2003.

venerdì 23 marzo 2007

Triste, capricciosa e contorta

Oggi hai esagerato con uno dei tuoi manager, il più amichevole. Da lunedì maggiore compostezza: quella delle junior, non l'euforia delle senior e delle top. Va tutto bene, procede tutto su binari lisci, ma sei triste. Primo week-end a Milano: è ok, davvero.

Hai chiesto il venerdì di Pasqua, accordato, l'hai detto all'Ingegnere, ma lui ti è sembrato odioso a giurarti amore eterno e poi a sentirsi colpevole rispetto a sua madre lamentosa e ai suoi capi sadici. Questo amore ha la ragionevolezza come bandiera, quindi pretendi buone dosi di follia che la controbilancino. Lui ha detto che ti risponderebbe lunedì, perché ora è tardi per chiedere, ma gli dici che lunedì è tardi, perché vuoi che non chieda, che agisca e basta, e che di fronte ad un aut aut ti dimostri quello che professa, e ti dica: ok, venerdì è preso. Invece gli hai dovuto spiegare tutto, pensieri e retropensieri, e lui, alla fine, ogni volta, dopo le tue prediche, ti diceva sì. Ma il suo rendersi conto che avevi ragione peggiorava le cose, e non le vuoi così, non le vuoi affatto. Ora hai il telefono spento, ha fatto tutto la batteria. Vuoi ferire, vendicarti di una cosa così piccola, e ti confermi che sei malata, malsana.

Comunque oggi per l'ennesima volta hai detto che non hai una relazione, davanti all'ascensore, ai tuoi colleghi. Non sai se è perché non hai personalità o perché sei completamente alienata, e diversa dalla maggior parte delle cose che incontri.

martedì 20 marzo 2007

Serata bulimica a Milano

Serata bulimica a Milano: per festeggiare che il tuo ex ti ha appena richiamata, che questo week-end non vedrai l'Ingegnere, che sei lontana da tutto, che in ufficio continuano a chiederti: perché non Roma? Ma chi me l'ha mai prospettata Roma? Se, quando mi hanno chiesto cosa preferivo, dicevo "Roma e basta", mi mandavano a Roma? Ok, ne riparleremo a stage finito, anche se a Milano ci sono le stanze dei bottoni.

Il tuo secondo giorno di lavoro è passato liscio, come il primo. Ora sei a casa, a mangiare carote con senape e ketchup, chili di crescenza, pan carré... Sei un bel po' triste, nonostante tutto intorno a te fili liscio e tranquillo. Qua, nel quartiere che hai battezzato Quartiere Promessi Sposi, stai bene. E' carino, residenziale, e le strade si chiamano tutte come i personaggi del Manzoni.

Andy è gentile, e anche a casa è tutto ok, bell'ambiente che ti aiuta molto. Stasera non c'è, e tu sei sola ad affogare nel cibo.
In ufficio ancora non sai i nomi di tutti, ma tranquillo anche da quel fronte: alcuni colleghi più free, altri forse meno cordiali. Tu ti osservi, osservi loro, osservi i candidati, pensi a quanto sia strana la vita, a quanto lo siano le scelte, i percorsi, a quanto le persone osino chiedere e al tuo camminare in punta di piedi, che tuttavia ti è sempre sembrato a grandi falcate.

Senti la stessa nostalgia di Budapest, stasera, con i piatti da lavare, l'insofferenza alla musica, i capelli da lavare anche loro, la voglia di dormire e basta. E non hai voglia di preparare tisane, né di fare shopping, né un briciolo di spesa per la sopravvivenza.

Hai scoperto che l'uomo è merce esattamente come secoli fa, ma fortunatamente in altri modi. E, che tu, adesso, un senso davvero non ce l'hai.

mercoledì 14 marzo 2007

"Me ne andrò quando cambierà il vento"

Riflettevi, oggi, nel tuo giro di shopping. Riflettevi, come sempre. Una amica di tua madre, il cartolaio, il fax che hai mandato a Roma, la mail del tuo ex, oggi hanno detto: Milano no. Cominci a chiederti se un contesto più protetto come un Ministero non ti avrebbe fatto meglio, e poi comincia ad affiorare la consapevolezza che hai deciso di andare via per molti motivi, che hai scelto Milano anche per mettere un punto, per mettere distanza, in modo silenzioso, tra te e la tua relazione. Tra te e G.

Oggi, mentre stampavi, hai letto il suo nome in Outlook: dice cose tremende, come la paura che tu potessi cestinare a pie' pari le sue parole. Se pensa questo è perché potresti farlo, perché hai fatto cose simili, che gli hanno fatto male. Hai pensato al panico, all'angoscia, alla "voragine" (come ha detto lui) che hai sentito dentro di te quando le cose con la tua vecchia storia sbagliata con Mimì non andavano bene. Tu lo hai tradito più di una volta, e lui è stato sempre lì. Tu sei nervosa ora, e ti chiedi com'è possibile che hai potuto pensare di riuscire a sparire di nascosto, in silenzio, di non farti destabilizzare da altre parole, altre richieste di spiegazioni.

Lo scorso week-end, mentre eri da Carrefour a Milanofiori con l'Ingegnere, hai risposto alla sua telefonata, dopo messaggi disperati che nemmeno leggevi bene, a fondo. Perché hai sempre pensato che lui è uno leggero, che sopravvive e galleggia. E perché a galleggiare volevi essere tu, come vuoi adesso. Non vuoi vederlo, non vuoi ridere con lui, per non essere incapace di dirgli: è finita. Ora, per ora, è finita. Stai mettendo chilometri, come volevi quando eri a Budapest: un posto tuo, e lontananza che avesse parlato da sé, che avesse fatto scivolare le cose verso la dimenticanza.

Ora c'è questo enorme cambiamento, e credevi che la tua fosse una pura scelta di lavoro, ma se tu avessi amato G. saresti rimasta nella vostra città, e tutto sarebbe stato più facile, e avete aspettato anni, insieme, questo momento. Prendere una casa insieme a Roma. E invece... quando hai avuto la possibilità di tutto questo, sei fuggita, e ricominci da capo, forse perché sai solo costruire, sai solo mettere mattoni e guardare crescere i tuoi progetti. Quando finiscono, quando arriva la fine, quando lo scopo è raggiunto, tu rifai le valigie. E ricominci altrove.

La diagnosi del giorno

«Hai già diversi problemi: è bene che pensi a cosa rappresenta questa nuova tecnologia per te.»
Questo è il responso alla malattia che pensavi di avere e di cui ora sei certa: la IAD, la dipendenza da Internet. Hai cominciato a vederti come quei giapponesi stipati negli Internet point, hai cominciato a pensare che sei davanti al tuo laptop pressocché tutto il giorno, hai notato che ti fanno male il collo, la schiena, la spalle, gli occhi, e che la prima e l'ultima azione del giorno sono un'interazione con la macchina o con qualche altro utente.

Così hai deciso che adesso era il caso di fare una bella doccia di due ore e di preparare la tua mente e le tue finanze a un pomeriggio di shopping. Ma prima, da brava tossicomane, hai detto: altri due minuti, fai solo il test per vedere se sei malata e vai via. Così hai risposto alle domande del Test sulla dipendenza da Internet e hai totalizzato ben 31 punti, in un range che va da 15 a 41. Sei giusto nel mezzo, e il test, che sicuramente non è scientificissimo, ha decretato la diagnosi di cui sopra! Tu, d'altronde, ancora non sai che peso dare agli psicologi (a patto che il test lo abbiano realizzato loro), ma hai notato che a tutte le persone in terapia che conosci vengono consigliate cose che potrebbero benissimo auto-consigliarsi. Hai inoltre notato che tutti gli psicologi che conosci hanno per primi delle personalità con diversi aspetti problematici. Ti consola il fatto che la maggior parte degli utenti che ha fatto il test si colloca nella tua fascia.

La prima cosa a cui hai pensato, dopo aver letto "hai già diversi problemi", e nonostante i tuoi seri dolori fisici, è stata quella di scriverci un post, cioè un altro paio di dosi.

martedì 13 marzo 2007

Stamattina, calcolo dell'identità

Forse sei in preda a una crisi, ed è perciò che prima di cominciare una settimana di lavoro a oltranza che stai temendo con tutta te stessa ti dedichi a queste futilità: giri sui blog e cerchi cose che possano dire qualcosa di te. Ieri d'altronde hai avuto la tua prima chiamata professionale (eri a casa, ora di cena): la figlia di una tua conoscente di Milano si è candidata ad una società che è cliente di quella in cui lavorerai, e lei voleva delle dritte, o almeno così hai capito, perché la ragazza (si chiama come te) sembrava un misto tra impacciata e infastidita, ma forse sono solo tuoi pregiudizi. Tu cominci il tuo bel lavoro paraculo e le dici come presentarsi, come puntare sugli aspetti motivazionali e lei invece si focalizzava sulle sue esperienze precedenti. Poi stamattina le hai mandato un bel sms di incoraggiamento. Se la prendono, in fondo, ti fa piacere.

Dunque, dicevamo come calcolare l'identità: anzitutto con MyHeritage face recognition, che offre un servizio di ricognizione del proprio viso per decretare a quale personaggio famoso si assomigli. Tu somiglieresti per l'80% a una certa Julia Stiles, il che non è affatto vero, ma la seconda sosia è Courtney Cox di Friends, con cui in realtà condividi molti più tratti. Poi un paio di asiatiche, Ornella Muti e una sconvolgente presunta somiglianza con Britney Spears (fortunatamente solo per il 61%).

Poi occorre un test della personalità, rigorosamente al femminile, e qui ci aiuta il Sex and the City Quiz, purtroppo solo in inglese, ma che serve a dirci se siamo "più Carrie o totalmente Samantha". Tu sei risultata al 40% Carrie (intelligente, attraente, curiosa, un po' indecisa e aerea, annoiata dalla superficialità e sedotta dall'eccentricità), al 30% Miranda (cinica e pragmatica, con attitudine al realismo, che non concede il suo cuore e orientata agli affari), al 20% Charlotte (un po' naïf e super-sensibile) e al 10% Samantha (forte, audace, che prende ciò che vuole e con "vibranti doti di leadership e una generosità coraggiosa"). Ed ecco che finalmente sei riuscita a ponderare i tuoi lati, che vedi così contraddittori, e noti che in effetti emerge questa quasi eguaglianza tra la propensione alle cose belle e al business.

Infine occorre mappare un po' i propri pensieri e la propria colonna sonora, e tu adori le mappe. Per la prima necessità c'è TouchGraph Google Browser, con cui si ottiene una cartina di link da esplorare, collegati a un concetto scelto e inserito nel navigatore. Ad esempio tu hai inserito il nome del tuo blog e come al solito ne è venuto fuori qualcosa con una forte aura di ambiguità: anzitutto il blog di una signorina che ti somiglia abbastanza e che ama cose che ami, poi il sito della macabra Isabella Santacroce, che ti ricorda certe tue avventure letterario-erotiche, il sito italiano dei Placebo, un sito per i diritti dei gay, e un carinissimo sito di postcard misteriose. Per la serie: tutto torna.

Dunque la musica: ci sono i famosi Music-Map, con cui si scoprono le affinità (vicine e lontane) ai propri autori preferiti, e Last.fm, con cui aprirsi al nuovo, ascoltando musica potenzialmente vicina a quella che già ascoltiamo. Dato il loop di stamattina di Sex and the City Theme, hai inserito il titolo nel player di Last.fm e ti ha dato una canzone di Morgan. E qui è piacevole ritrovare sempre la stessa musica: la tua. Tranne nel caso di Music-Map, che, con Groove Armada, ti ha rilasciato una sfilza di sconosciuti che testerai.

Ed ecco la tua identità 2.0.

lunedì 12 marzo 2007

La Gilda che è in te

«E mi diverte darti le cose belle... perché le prendi con un tale desiderio...»
George Macready a Rita Hayworth

E ora?

Hai bruciato talmente tanto il tuo hamburger alla piastra e il tuo pane nel toaster che nella cucina sembrano aver lanciato dei lacrimogeni. Hai pensato che è l'ultimo lunedì che cucini e mangi a casa dei tuoi, almeno per ora. Il tuo lavoro a Roma si è dichiarato concluso via mail e via fax: le parole scritte, per te, non temono paragoni: il telefono, in fondo, lo detesti, lo vedi come un'interazione troppo spinta, soprattutto tra sconosciuti. Eppure l'Ingegnere ha detto che sei così professionale al cellulare... Quello è un altro discorso. Se qualcuno non lo conosci affatto sapresti anche vendergli qualcosa. Ma se si tratta di gente importante a cui dare notizie non carinissime, e con cui hai un medio-basso grado di confidenza, beh, prevale la vigliaccheria della comunicazione asincrona.

Visti i risultati di oggi, potresti smetterla di dire che sai cucinare senza voglia di dimostrarlo, eppure il risotto lo sai fare benissimo. Nel week-end con l'Ingegnere hai solo preparato la colazione, mentre lui la sera prima ha preparato i gamberetti in salsa rosa su letto di lattuga, il formaggio con miele e noci, e il salmone con la mozzarella. (E tu eri in tuta). Lui è adorabile. Ha occhi verdi profondi e un atteggiamento che oscilla tra Briatore e un boy scout.

E ora, dicevamo. Ora hai ottenuto un lavoro che sembra somigliare moltissimo a quello che volevi, in una società che sovrasta le tue aspettative, a un'età davvero da 'progetto talenti'. Vivrai in un bell'appartamento condiviso, nell'attesa di averne uno completamente tuo, ma... hai paura a dirlo... sei... quasi insoddisfatta. E' che purtroppo per esperta di vernissage, aperitivi e villaggi vacanze il posto è già stato assegnato.

domenica 11 marzo 2007

Incontri vip

13:46
Sul treno Firenze-Roma hai incontrato Oreste Scalzone: siede di fronte a te, ti ha chiesto se il posto era libero. Tu avevi appena salutato l'Ingegnere e lo hai visto: credevi fosse un passeggero che avevi già incontrato da qualche parte, poi hai ricordato le sue interviste a Parigi, in qualche reportage. Ha una mezza dozzina di quotidiani, mille libretti, fazzoletti, un cellulare, una penna che ti sembra abbia anche tu, bagagli di cui sistema e risistema il contenuto, uno yogurt e un cucchiaio che avvolge in un fazzoletto e poi pone in valigia. Su una testata sporge una sua foto. Sembra triste, chissà se vuole essere riconosciuto. E' un uomo gentile. Gli Americani di fianco, e molti altri, non lo conoscono. Rifletti, chissà come si vede un protagonista della storia in foto, sui giornali. Di sicuro non come te che ti rivedi sulla digitale dopo uno scatto in autogrill. Chissà cosa pensa, dove va, di domenica. A Roma? Che appuntamenti avrà? Vorresti intervistarlo, dirgli che hai seguito la sua vicenda, ultimamente, averne il punto di vista. Sul vostro tavolino c'è anche la custodia di un portatile, molto sporca. E' magro. Ti ha appena chiesto se ci sono fermate intermedie. Cosa dovà fare? Ha preso il suo laptop e se ne va dove ha detto di aver trovato una presa. Ce ne sono anche lì da te, ma vorrà più privacy. Trasloca definitivamente, prende tutto e si riposiziona in qualche altra carrozza del treno. Forse l'avevi riconosciuto subito dal look un po' boheme e un po' dandy, e, col suo cellulare nuovo ed il laptop, pensi al fatto che ha ceduto ai tempi moderni, uno che ha dovuto astrarre e magari rendere narrativo un pezzo della sua vita in cui ha partecipato all'uccisione di uomini, quando tutto - diceva - (letteratura in primis) inneggiava alla lotta feroce e drastica al proprio simile-dissimile.

Poi ti alleggerisci, e pensi che questo è il terzo vip che incontri in meno di un mese, dopo la Marini a Linate, e Giorgino in un autogrill verso Napoli.

17:45
Basta. La tua resistenza a bus, auto, treni e aerei si è esaurita. Il ragazzino accanto a te è educato: chiede a tutti se vogliono assaggiare il suo hamburger o le patatine del Mac. Legge Focus e pensi che sia sollevante che ci siano teste sane a quell'età. Tu hai il tuo National Geographic con le storie degli emigranti e degli elefanti uccisi per l'avorio.

Ieri a cena con l'Ingegnere eri davvero emozionata, e sentivi il batticuore che hai sentito in certe sere vuote e folli di polvere bianca: non hai raccontato niente a questo giovane perso per te.

Ieri hai anche trovato l'appartamento: Andy ti ricorda Ale, un amore carino e delicato degli inizi del 2006. Ha una casa fantastica, con un bell'impianto stereo, il parquet, l'acquario, il wi-fi... La tua stanza è piccola, ma ha il balcone e il terrazzino con le zanzariere. Proprio ieri notte, a Firenze, una zanzara elicottero ti ha morso due volte attorno all'occhio sinistro e a un braccio. Faceva un rumore spaventoso, e quando l'Ingegnere l'ha uccisa con On the road di Kerouac sei andata a controllare il suo cadavere, che ti aspettavi immerso in una piccola pozza di sangue umano.

PS. L'Ingegnere senza saperlo ti ha regalato quello che più volevi per il tuo trasloco a Milano: Winnie il Pooh.

Post-post: venerdì 9 marzo

11:15
Treno per Firenze. E ricordi quando hai preso il tuo primo treno da sola per Roma. Scappavi, con un pianto felice, con i tuoi libri, con gli sguardi dei passeggeri addosso. Non ricordi se eri sola o con Amélie. Amélie ti aveva aiutata nella fuga, la supportava da anni, nascosta, la tua fuga da un amore tiranno e monopolio, di te adolescente. E ora: diversa, sei il tuo stesso contrario: hai accordato il fuori al dentro, le azioni ai pensieri e allo spirito, indomito da quando eri piccolissima. Con Amélie è finita, ma parlerai un'altra volta di questo. Ora hai fame e Amélie non si perdona, per adesso, perché lei è una che non si costituisce ma in realtà è già in galera.

13:25
Hai cambiato il treno, hai capito che le belle ballerine che hai comprato ieri da Bata ti fanno male, e che agli uomini tu piaci. Andy sarà forse il tuo nuovo coinquilino, ti ha disegnato una mappa ieri sera, e te l'ha mandata insieme alle indicazioni per raggiungerlo. Ti dispiacerà un po' andarci con l'Ingegnere, sembrare la femmina che si presenta accompagnata agli appuntamenti con gli sconosciuti. Tu sei coraggiosa, l'altro giorno all'aeroporto di Napoli camminavi contro una massa impaurita da un presunto attentato al gas nervino che si accalcava per uscire. Tu dovevi entrare. Ed essere in tempo a Milano. La casa è quella che volevi. Domani la vedrai.

giovedì 8 marzo 2007

8 marzo???

Sei chiusa nella casa dei tuoi genitori a cercare di far asciugare il maggior numero possibile di vestiti. Il tempo non ti aiuta (sia quello atmosferico che quello di Einstein).

Dunque: dopo il tuo brillante annuncio "cercasi singola" hai ricevuto chiamate, sms e mail, in cui ti offrono di tutto. Qualcosa si muove, ma il proprietario dell'unica casa che ti sembra un buon compromesso tra spese, comfort e distanza, ha il cellulare spento, e tu hai paura che dopo la sua mail (verso mezzanotte) abbia finalmente trovato il suo coinquilino ideale.

Tu gli hai mandato anche una tua foto. Tanto per.

Tu tra un'ora devi comprare i biglietti per vedere il tuo amore giovane. E hai una giusta ansia, perché tu hai mille cose da fare, ma lui non accetterebbe un ennesimo "non posso", un ennesimo rinvio. Lui ti ha promesso e detto delle cose bellissime. Tu, forse, sei persa sul serio. Ti piace soprattutto quando lui gioca a essere un po' triste e dice che è insicuro, che ha paura del vostro rivedervi, e che vorrebbe venire a prenderti sotto il tuo portone e portarti a Milano senza farti fare nemmeno un passo a piedi.

Tu tu tu.

mercoledì 7 marzo 2007

Una su 1000

Dovresti mettere link e figurine a questo blog. Ma non puoi, non hai tempo. Il tuo cervello è super affollato. Quando senti il ti-din di Outlook pensi che sia qualcuno che ti sta offrendo una casa bellissima di fronte al Duomo per 200 euro.
Mentre tu ne spenderesti anche il triplo per un monolocale o anche il doppio per una stanza, se:
- le persone non volessero 1000 cauzioni;
- le persone non fossero 1000 volte acide e non credessero che ti fanno un favore se le chiami per rispondere a un annuncio che loro hanno messo e sapessero che non stanno facendo una selezione per prendere un amministratore delegato;
- le persone non volessero 1000 anni di permanenza come garanzia;
- tu guadagnassi 1000 euro di più e non dovessi chiedere aiuto a tuo padre;
- non ti separassero 1000 chilometri da Milano, che devi fare solo per prendere una appuntamento e fare vedere che faccia hai (tu prenderesti a scatola chiusa).

Aiuto.

martedì 6 marzo 2007

Una romantica a Milano

L'aereo è una invenzione splendida: vincoli zero, o almeno è questa l'impressione data al viaggiatore, il privilegio delle nuvole, della libertà, della velocità. Com'è andata ieri? E' andata bene: il Direttore Generale con cui ti sei interfacciata è una donna, lo sapevi, le sei piaciuta molto, almeno ti hanno riferito così. Il tuo inglese è stato scintillante e poi hai dovuto vedere il Signor Amministratore Delegato. "E' francese", ti hanno detto mentre prendevi un caffè macchiato nella lussuosa caffetteria di Peck, con il tuo referente dagli occhi chiari.

Mentre risalivi in ascensore hai deciso che non gli avresti parlato in inglese, ma nella sua lingua: una cosa che adori gli stranieri facciano con te e che tu adori ricambiare. Monsieur era contento, ti ha fatto dei complimenti, chiesto se preferiresti Roma o Milano e tu hai detto che "c'est la même chose". Queste strategie... Poi molte altre domande a cui tu non sai rispondere, in realtà, ma rispondi comunque: quali sono i tuoi obiettivi? Andare al cinema, alle mostre, ai concerti, fare un viaggio nel simbolismo francese, scoprire un aperitivo che ti piace tanto, imparare a parlare un'altra lingua, viaggiare come fai, parlare, andare a cena, nascere vecchia e morire giovane, aiutare in qualche modo il mondo, fare l'amore in modo dannunziano. Ma hai detto che vorresti crescere personalmente e professionalmente in una posizione come quella, in una società come quella. Hanno detto che faranno piacevoli eccezioni per il tuo inserimento, che sarebbe comunque duro.

Ora tu aspetti una chiamata.

PS. Nota che mentre stringevi la mano a Monsieur, per congedarti, ti si è spezzato il bracciale, e le pietre si sono schiantate sulla scrivania di vetro, e durante tutti i pardonnez, désolé e non-non, tu hai pensato che era la seconda volta che ti succedeva, perché quel bracciale è fragile, hai detto. Te l'ha regalato G., e la prima volta che si è rotto è stata quando hai aperto la porta di quello che sarebbe stato il tuo ufficio in Ungheria, e lì, poi, si è rotto qualcos'altro. E' cominciato tutto lì, in fondo. E oggi ti chiedevi se mai potrai risolvere il tuo conflitto natura-cultura, arte-industria, caos-solitudine, sentimenti-ambizioni, lontananza-vicinanza... G. scomparirà, eppure non vuoi, lui è il tuo "natìo borgo selvaggio".

PS1. Quando hai scritto questo post erano più o meno le 11 e ti sentivi piena di speranze e di domande. Appena atterrata ti hanno chiamata, ti hanno detto che il posto è tuo, che cominci lunedì. Ora sei disperata, perché cerchi una casa a Milano. Come ti avevano preannunciato, per te hanno attivato 3 mesi di formazione anziché 6, con il doppio dei soldi in genere preventivati. Ma che sono pochi comunque. Tu avevi progettato un week-end diverso, avresti incontrato il tuo amore giovane, dopo Budapest, dopo dicembre. Mai più visti, e ora sì. Invece no, o forse ti aiuterà a traslocare, ti ha proposto di venire a prenderti a Roma, sabato, e di portarti da lui a Firenze. Per partire domenica per Milano.

PS2. Oggi G. è apparso per la prima volta in Messenger, dopo anni di tuoi inviti ed esperienza. Oggi, per giocare al gioco del lasciarvi.

lunedì 5 marzo 2007

Insostenibile pesantezza dell'essere

In effetti è tardi, tra un po' verrà a prenderti tuo padre per portarti in aeroporto. E tu sei ancora con un asciugamano in testa. E' tardi ma hai il cuore in gola, ti senti sola.

E stamattina hai pensato a due immagini non belle, a due persone: la barbona pazza con i capelli bianchi, di Tiburtina, che parla e sembra sia nel Piemonte del 900 e che debba far uscire delle marmotte danzanti da una scatola, da un momento all'altro, e alla tua ex coinquilina di Budapest, a quanto in fondo dovesse provare inspiegato risentimento nei tuoi confronti, che tuttavia esprimeva con pensieri linguistici che tu non potevi capire.

Caffellatte

Stai partendo per Milano in modo un po' precario. La tua nuova enorme borsa non potrà contenere niente del tuo nécessaire. I voli lo proibiscono. Atterrerai a Milano verso le 2 e un quarto del pomeriggio, all'ora in cui è fissato il colloquio avrai già un'intera giornata sulle spalle. Il tuo profumo non sarà fresco, e il meteo dice che comincerà a piovigginare.

Hai sognato che sostenevi il colloquio in un'altra città, a Napoli, in una università, con il tuo amore giovane. Hai sognato che eravate in competizione e tu fingevi di tifare per lui perché sentivi che non avevi chance.

domenica 4 marzo 2007

Non hai voglia di partire così

Questo è il tuo terzo post della domenica, va un po' meglio. Hai passato un pomeriggio piacevole con Albert e il Giovin Signore. Ti hanno salvato senza saperlo da una domenica d'ansia.

Albert ha chiesto una cioccolata Lindt (gusto gianduia), il Giovine ha chiesto una Smirnoff, tu hai chiesto una tisana alla rosa canina e karkadè. Tornano le cameriere che il Giovine trova piacevoli e dicono che la Smirnoff non c'è. Baileys, dunque. Tornano e dicono che la tisana alla rosa non c'è. Tè alla vaniglia, dunque. Tornano e dicono che il tè alla vaniglia non c'è. Tu chiedi cosa ci sia, in realtà, e ti stupisci della tua capacità di raggiungere gli obiettivi. Un tè ai frutti rossi o non ricordi cosa. Chiedi il miele ma non ti portano il limone. E pensi che quello è un bar iper frequentato che si chiama con il nome di un impressionista.

Albert e il Giovine sono molto carini, così diversi da loro, così diversi da te. Hai detto cose, sentito cose, sei stata brillante, sei stata noiosa con le tue paure. Hai mal di testa, adesso, sei sotto stress. Hai parlato della tua amica traditrice, del tuo amico perennemente insoddisfatto. Hai detto che con G. non va bene, non hai parlato dell'Ingegnere. Hai girato nella nuova macchina di Albert, una nuova Panda blu. Ti sei sentita un po' tua madre alla ricerca di conferme e hai parlato di musica. Hai incontrato persone che ti chiedono se hai smesso di viaggiare e dicono che sei prodigiosa (o un aggettivo ridicolo come questo) ma non ti conoscono affatto e hanno sentito qualcosa da qualcuno. E ti chiedi a chi serva quella che vedi come pura falsità. O se magari sei tu in cattiva fede.

Hai deciso che non vuoi essere più triste, ma ti fa essere triste il fatto che non sei completamente sincera, soprattutto con G., che non dimenticherai mai, e da cui, forse, tornerai sempre, com'è accaduto già, diverse volte. E ti chiedi anche se abbia un senso che lui aspetti, che tu vada via, e già pensi all'eventuale strada del ritorno. Che sei coraggiosa solo a metà. Ma ora vuoi passione, e non c'è passione con G.

Hai sentito numeri che non ti piacevano, età che vanno avanti, e il Giovine ha detto che a 35 anni le donne impazziscono per i diciottenni. Il Giovine non sa niente, non ha trovato una donna che lo renda sereno, appagato, ma s'innamora e tiene dentro le belle donne. Le ammira. Crede che si annoia di una relazione perché le donne vanno presto a letto con lui. Albert è molto paterno, parla degli altri come di sé, e affida volentieri agli altri il racconto delle sue gesta. Vive il suo lato libertino attraverso il Giovine. Vuoi bene a questi due ragazzi maturi, maturi in modo diverso. Leggeri, capaci di farti stare bene senza alcool, senza polveri.

La distruzione non fa per te, la costruzione è difficile. E pensi che né una gonfia carta di credito, né un appartamento al centro del mondo, né autografi da firmare, in fondo, ti farebbero felice. Ma non smetti di avere fiducia nel futuro, come il migliore degli ingenui, come quando crederai che i pessimisti non hanno saputo cogliere il segreto.

Vuoi parlare di tutto, stasera, ma ti sentirai stupida, questo non è un romanzo. E tu non hai pazienza.

E

Piangi, non sopporti gli stimoli, non ti sopporti. "Dimmi come ti chiami, quanti ragazzi chiami". Non riesci ad affrontare la tua poligamia emotiva con serenità, in questo momento. Domani prenderai l'ennesimo aereo, e il mondo sta diventando sempre meno magico per te. Ti innamori di ogni luogo.

Tendi a dimenticare i fatti, dicevi, non gli dai peso, non gli dai importanza. Ieri l'amore che stai abbandonando ti ha detto che ci sarà per sempre, per te. Lui ride e sorride, sa creare reti con tutti. E' il tuo contrario, tu non riesci a relazionarti profondamente con chi non condivide i tuoi valori. E' per questo che non riesci ad essere fedele, perché quando incontri una persona che ti piace, con cui stai bene, non puoi lasciarla andare.

Vedi la tua vita come una piccola galassia, e in effetti chiami il tuo amore giovane: stellina. Sei ancora in pigiama, fai credere di essere ricca, o gli altri ci credono da soli. Oggi hanno detto che il tuo segno è al primo posto di una classifica di segni. E che fino all'estate avrai mille opportunità e che hai messo il primo punto alla fine dell'anno scorso. E che tu puoi creare castelli e poi distruggerli per ricominciare.

Tu intanto hai perso il senso, ieri rileggevi gli sms di un anno fa (un anno fa?). E hai contato ben 5 amori contemporaneamente.

Tu sei disgustata da te stessa, tu dovresti tacere.

Eclissi night

Hai dovuto combattere con le tue solite domande, e vorresti dimenticare che tu sei tu. Giochi ancora al tuo laptop e sui tuoi vari schermi. Il primo combattimento è stato tra un bianco "minima immoralia" e un rosa "i'm a barbie girl". Ha vinto, per ora, il mostro invisibile.

Bevi, ti idrati, e pensi che c'è un film in cui la gente era costretta ad idratarsi, c'è un film per tutto, e tu pretendi ancora di infilare le perline-paroline. Non sei nemmeno così severa con te stessa, fingi, cerchi un po' di verità. Magari i fatti ti aiuterebbero.

Oggi sei entrata per 3 volte nello stesso centro commerciale, dunque sei passata 6 volte per l'ingresso. I volantinatori non ti riconoscevano, in un primo momento lo pretendevi, sei selvaggia come tuo padre. E ti dispiacevi-arrabbiavi che ti proponevano, così dolci (sorridendo uno e non sorridendo l'altra) un multisala ed un mutuo. Poi hai pensato che fanno un lavoro alienante. Poi hai pensato che tu stessa sei alienata da tempo. Ti è dispiaciuto, hai notato che all'ingresso dello shopping centre tu puoi prendere un Winnie Pooh o uno dei suoi compari con un euro, se sei brava, e che alla Coop costavano una ventina di euro, per quella taglia, e pensavi a quanto dovesse far schifo Disney a un bambino cambogiano. In realtà la Cambogia la ricordi da qualche lettura, ma di sicuro esiste un bambino triste, con la pelle gialla, che ti fa sentire colpevole.

Poi hai pensato che tu stai andando a Milano, ma ora ti sei messa a pensare che resterai una nullità per sempre. Pensi a Seneca, a Catullo, e oggi hai detto: "magari interagire coi vivi è meglio".

Cambierai il cielo? Perché hai giurato che sarai felice quando lo farai? Perché stai cercando di traslocare nottetempo dal tuo amore sorridente e ti stai trasferendo da un amore triste che dici appassionato e attento? Perché hai sognato il tuo ex ex amore, quello finito 4 o 5 anni fa, o forse di più, che non andava bene di sicuro, e lo hai associato all'amore nuovissimo? Perché le persone attorno a te si sposano? Perché ti fa paura ogni cosa, e niente, in realtà?

Oggi hai comprato una borsa e hai cambiato il piano al tuo cellulare. Nei giorni scorsi delle calze, uno shampoo, e a ritroso non ricordi. Tu sei afflitta da cose banali che affliggono il globo, con la differenza che tu non sei niente, non sai niente, non puoi niente, non vuoi niente. Ma ti fa paura dire: ho comprato una borsa X. Tu non hai un'identità rosa, né bianca né nera. Non hai trovato il colore, e speri che te lo diranno. Sei talmente disgustata da te stessa che.

Che non sei libera. Che vivi il disordine come una gabbia e l'ordine come il caos. La tua strada non esiste per il momento. Vuoi che torni presto un inganno. Hai guardato l'eclissi, ti sei dimenticata di dirlo. Hai guardato a mezzanotte e venti e ora da dove sei non vedi niente. Oggi nello stesso shopping centre hai scoperto che un amico di tuo padre avrebbe potuto essere tuo padre, e sempre di tuo padre hai conosciuto un cugino. Sua figlia ha il tuo nome, sua figlia ha il tuo cognome. Quanti hanni ha? Lo sai, lo hai chiesto, te l'hanno chiesto tutti, animali da sopravvivenza.