Rifletti su quanto gli altri siano diversi da te, su quanto mal di testa hai, su quanto bello e brutto sia il tuo posto di lavoro, e il tuo futuro. Su quanto sia maledetto e sublime il rapporto con le persone, su quanto sia ingestibile la sensualità totale della vita. Su quanti limiti, e filtri, e scompartimenti dobbiamo installare. Tu sei vera: tu, in fondo, sei vera.
Tu domani riparti per la Toscana. Pensi alla tua collega psicologa che mangia tanto, troppo: pensi che abbia problemi alimentari, ma è così brava a far luce su quelli degli altri che quasi non vuoi crederci. Pensi al tuo sensuale tutor, alla tensione erotica che c'è tra voi due. Al tuo noviziato, che ti secca, perché tu vuoi sapere tutto, non vuoi essere all'oscuro del prima, non vuoi che i piccoli segreti ambientali ti passino sotto il naso. Tu osservi gli altri, quelli di cui diffidi. Osservi gesti di imbarazzo che somiglieranno ai tuoi, osservi le dinamiche di chi perde la libertà, e lo detesti. Si può, non perdere la libertà. Basta non credere troppo, non amare troppo, basta amare qualcosa anziché qualcuno, un'idea anziché un'ideatore. Basterebbe un bicchiere di vino ogni sera. O forse uno in più ogni sera. La morale è che vorresti parlare di etica, e non di morale, e vorresti che gli altri avessero il tuo Térritmus (la parola ungherese più bella che conosci): il tuo ritmo dello spazio.
In metro, da giorni, riecheggia questo:
Chuck Palahniuk, Ninna Nanna, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 2003.
Tu domani riparti per la Toscana. Pensi alla tua collega psicologa che mangia tanto, troppo: pensi che abbia problemi alimentari, ma è così brava a far luce su quelli degli altri che quasi non vuoi crederci. Pensi al tuo sensuale tutor, alla tensione erotica che c'è tra voi due. Al tuo noviziato, che ti secca, perché tu vuoi sapere tutto, non vuoi essere all'oscuro del prima, non vuoi che i piccoli segreti ambientali ti passino sotto il naso. Tu osservi gli altri, quelli di cui diffidi. Osservi gesti di imbarazzo che somiglieranno ai tuoi, osservi le dinamiche di chi perde la libertà, e lo detesti. Si può, non perdere la libertà. Basta non credere troppo, non amare troppo, basta amare qualcosa anziché qualcuno, un'idea anziché un'ideatore. Basterebbe un bicchiere di vino ogni sera. O forse uno in più ogni sera. La morale è che vorresti parlare di etica, e non di morale, e vorresti che gli altri avessero il tuo Térritmus (la parola ungherese più bella che conosci): il tuo ritmo dello spazio.
In metro, da giorni, riecheggia questo:
«In deontologia professionale ho preso dal 5 al 6.
Al posto della deontologia professionale, ho imparato a dire alla gente solo quello che vuole sentirsi dire. Ho imparato a scrivere tutto quanto.»
1 commento:
ciao, c'è una persona che pubblica sulla sua pagina facebook (che lei chiama blog) i vostri post senza citarvi e spacciandoli x suoi. Ti segnalo la pagina http://www.facebook.com/#!/pages/la-lettera-scarlatta/267318846636033
ciao
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