Sei completamente triste e afasica. Vorresti addormentare i tuoi sensi, e risvegliarti quando tutto è finito.
Ieri l'Ingegnere ti ha chiamata puttana, perché tu ti sei chiusa in bagno per rispondere a una chiamata, e lui ha pensato che fosse il tuo nuovo amante. E invece era solo il tuo ex. Ti sopravvaluta.
Ieri sera è stato il delirio. Gli hai detto che se il tuo spingere per la separazione vuol leggerlo come un cacciarlo di casa è libero di farlo. Tu gli fai schifo, ha detto.
Tu non aggiungi niente, non parli. Aspetti lo sfascio, sulla sponda del fiume il cadavere del tuo nemico. Di tutta questa situazione ti fanno rabbia diverse cose, ma più di tutte la sua piccolezza: tu hai il coraggio dei tuoi limiti, e li senti tuoi come i tuoi pregi. Lui cerca di esternalizzare tutte sue colpe, le sue mancanze, i suoi errori. Tutto questo è nato da una sua decisione, che tu hai deciso di portare a termine per lui. Quando hai smesso di disperarti, ha cominciato lui. E ti senti adolescente: ricordi la tua storia con Mimì? La sua forza era la trincea del suo silenzio, la dittatura del suo vittimismo aggressivo. Come hai potuto ricacciarti in questa situazione, rimetterti difronte a qualcuno che lascia senza parole, tanta è l'ingiustizia?
Sei sola in casa, adesso: Vale è uscita a far commissioni, e l'Ingegnere a vedere appartamenti che non vanno bene a priori. Ti senti innegabilmente superiore a tutti e due. Li odi, perché siete topi in gabbia. Sei ancora forte del week-end nel meriland, dell'amore dei tuoi genitori, che non riesci a ricambiare, tanta è la tristezza, la rabbia, la pressione e depressione che devi sopportare. Vuoi esplodere, vuoi piangere. Basta. Ti tira su anche il pensiero di G., che ieri ti ha chiamato appunto, dicendo che non voleva imbarazzarti, dato che eri a casa con lui: ma ti ha detto che tornava dal parchetto di Monterotondo con 10 euro di fumo, per alterarsi un po' e dormire. Stamattina avrebbe dipinto la sua stanza. Te lo sei immaginato trotterellare giù per la discesa che lo porta a casa, un po' contento e un po' triste. Vorresti chiamarlo, ora, e piangere nel telefono. Lui ti capirebbe, ma non potrebbe fare niente.
Su MTV hai visto per la prima volta il video di Ordinary day. Mentre la musica andava, e guardavi il labbiale di Dolores, hai discretizzato un flusso di parole. Tu non sei così brava in Inglese da capire i testi delle canzoni, ma questa frase, a ogni parola, si scolpiva: life is more intricate than it seems.
Ieri l'Ingegnere ti ha chiamata puttana, perché tu ti sei chiusa in bagno per rispondere a una chiamata, e lui ha pensato che fosse il tuo nuovo amante. E invece era solo il tuo ex. Ti sopravvaluta.
Ieri sera è stato il delirio. Gli hai detto che se il tuo spingere per la separazione vuol leggerlo come un cacciarlo di casa è libero di farlo. Tu gli fai schifo, ha detto.
Tu non aggiungi niente, non parli. Aspetti lo sfascio, sulla sponda del fiume il cadavere del tuo nemico. Di tutta questa situazione ti fanno rabbia diverse cose, ma più di tutte la sua piccolezza: tu hai il coraggio dei tuoi limiti, e li senti tuoi come i tuoi pregi. Lui cerca di esternalizzare tutte sue colpe, le sue mancanze, i suoi errori. Tutto questo è nato da una sua decisione, che tu hai deciso di portare a termine per lui. Quando hai smesso di disperarti, ha cominciato lui. E ti senti adolescente: ricordi la tua storia con Mimì? La sua forza era la trincea del suo silenzio, la dittatura del suo vittimismo aggressivo. Come hai potuto ricacciarti in questa situazione, rimetterti difronte a qualcuno che lascia senza parole, tanta è l'ingiustizia?
Sei sola in casa, adesso: Vale è uscita a far commissioni, e l'Ingegnere a vedere appartamenti che non vanno bene a priori. Ti senti innegabilmente superiore a tutti e due. Li odi, perché siete topi in gabbia. Sei ancora forte del week-end nel meriland, dell'amore dei tuoi genitori, che non riesci a ricambiare, tanta è la tristezza, la rabbia, la pressione e depressione che devi sopportare. Vuoi esplodere, vuoi piangere. Basta. Ti tira su anche il pensiero di G., che ieri ti ha chiamato appunto, dicendo che non voleva imbarazzarti, dato che eri a casa con lui: ma ti ha detto che tornava dal parchetto di Monterotondo con 10 euro di fumo, per alterarsi un po' e dormire. Stamattina avrebbe dipinto la sua stanza. Te lo sei immaginato trotterellare giù per la discesa che lo porta a casa, un po' contento e un po' triste. Vorresti chiamarlo, ora, e piangere nel telefono. Lui ti capirebbe, ma non potrebbe fare niente.
Su MTV hai visto per la prima volta il video di Ordinary day. Mentre la musica andava, e guardavi il labbiale di Dolores, hai discretizzato un flusso di parole. Tu non sei così brava in Inglese da capire i testi delle canzoni, ma questa frase, a ogni parola, si scolpiva: life is more intricate than it seems.
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