domenica 21 ottobre 2007

"Nell'appartamento tutto cade dentro"

E' un lungo, lungo periodo. Sei sola nel tuo appartamento su Piazza Lima. L'Ingegnere è andato a fare la spesa, e tu stai ascoltando il tuo Pacifico, i suoi Dolci frutti tropicali, per riscaldare o annegare nel freddo che si preannuncia. E' quasi Natale. L'altro giorno da Co.Import hai avuto il magone: alberi, addobbi, ali d'angelo, farfalline, piccoli Gesù... Volevi una casa con una piccola famiglia d'amore, un nucleo in cui stare stretti, creare un uovo... Ma sei marcita. L'Ingegnere non ha mai vissuto da solo - così dice - e trovarsi da casa di sua madre a casa vostra l'ha destabilizzato...

Ogni vostra parola è uno sputo. Lui si cercherà un nuovo posto in cui vivere, crede che resterete insieme. Ma per te è già finita. Non si può uccidersi così tanto, sentire e vedere così tanto odio e poco rispetto, e poi illudersi che qualcosa funziona solo perché si vive in case separate. Ti ricorda il film di Verdone in cui lui e lei, provenienti da convivenze fallite, vanno ad abitare l'uno di fronte all'altra, ma in appartamenti separati.

Sei uscita con la Franci e Mark per un paio di sere. La prima è stata molto divertente, l'Ingegnere non c'era, preso dalla sua vita romana. E tu e Mark vi siete salutati in un modo estremamente sensuale. Due baci sulle guance, nascosti dalla notte, dalla velocità del gesto. Ma un bacio era vicino a un angolo della sua bocca, e poi sei fuggita, e lui ti ha seguita con lo sguardo, in piedi, accanto allo sportello della macchina, dal lato del passeggero, mentre tu attraversavi la strada con Franci, nel tuo cappotto, e chiudevi il portone dietro di voi... dietro la tua dichiarazione d'amore. E poi venerdì pomeriggio, altra tensione nell'aria, ma era un aperitivo, e tu dovevi rientrare per i tuoi litigi con l'Ingegnere... e sei uscita dalla metro senza baciarlo, come fate sempre: un bacio sulle guance, che ha mille segreti. E lui se l'aspettava, e allora gli hai scritto un messaggino vago, sul fatto che è bello incontralo, e lui che ti dice che sei in gamba. E chissà...

Ora l'Ingegnere andrà via, e tu non avrai i soldi sufficienti per una casa che avevate preso per due. Forse verrà Vik, ma tutto, come sempre, cambia cambia cambia. Sono notti che dormi male, e giorni che piangi.

Finirà presto. Lo sai. E' questo limbo che ti uccide, appena sarà uscito di casa, avrai tutto il tempo e il modo di ignorarlo come merita.

3 commenti:

leoperla ha detto...

vorrei dire qualcosa dall'alto della mia serenita' priva di sentimenti forti, ma poi un pensiero mi blocca: "ma chi sono io x blaterare della vita altrui?"
auguri!!!
:)

Anonimo ha detto...

agonia di un amore, l'ho già vissuto e penso che libertà e solitudine vadano a braccetto. é singolare però che tu scriva in terza persona, come se volessi prendere le distanze da te stessa, dai uoi sentimenti. Lascia perdere l'alcool e tira fuori le palle! hasta siempre Carlo

Anonimo ha detto...

grazie carlo! voglio imparare a disfarmi delle mie malattie... forse verrà a vivere con me una mia amica... ma mi sembra una specie di sostituto... come dormire con un pelouche...