E' questo il senso di Milano, e di tutto quello che si vuol dire con "Milano non è la verità". Tu, che non hai un luogo, che sei sola, in fondo, da tanto tempo, che non riesci a tenere le persone accanto a te. Tu. Che rifletti, metabolizzi, critichi, addìti, consigli, piangi, agisci, e poi rifletti ancora, e osservi, e aspetti. Tu, un cumulo di azioni, di predicati predittivi. Non stai bene. No. Tu, che comunichi comunichi comunichi il tuo disagio, senza vederci un senso, senza trovare un verso. Sapendo che è un gioco fino a che durano i giochi. Cosa t'importa?
Làsciati morire: un'amica di tua sorella oggi l'ha fatto. Aveva sei figli, o almeno così racconta la leggenda. E' andata, la pistola del suo lavoro, l'ha usata per sé.
Non hanno senso le tue unghie, i tuoi occhi così belli e così malati, il fatto che puoi distinguere cosa sia bello e cosa no: questo, non ha senso. Leggi, torna a leggere, torna a litigare, di già, con il tuo giovane amante. Non c'è posto per chi non ti dà quello che tu non sai darti. Il cento fottuto percento. Di cosa non si sa.
Le notizie sono che il tuo tutor, il tuo bel professionista che ti ha scelto e ti sta insegnando il mestiere, se ne va. Ti ha tradito, ha dato le dimissioni. Lo hanno voluto altrove, e lui, cambierà. Vi siete dichiarati passione, lui in modo più contenuto, più professionale, più adulto e timido. Tu hai detto addio come si dice nei film: hai detto: mi dispiace. Hai detto: stavo bene. Tu ti esponi, tu non sembri nemmeno intelligente, forse. Chi lo sa. Le notizie sono che tuo padre ti annoia con le sue richieste, e ti dispiace. Le notizie sono che tua madre ti manca e la odi. Che non hai amici vicino. Che forse non ne hai affatto. Che hai solo voglia di piangere. Che non osi perdere le guerre, ma in fondo... sei stanca. Forse hai capito il trucco del dolore da quando eri bambina. Forse i troppi panorami ti hanno fatto male, e devastata. E ora tu non sopporti nessuna presa in giro. Tu vorresti spiegare, spiegarti, in modo pacifico, anche, ma non hai le energie per lottare, e hai imparato a comunicare col silenzio, a bruciare la steppa intorno a te, ogni volta.
L'anno scorso, in Galizia, hai imparato che gli eucalipti sopravvivono anche agli incendi. Tu sei la stessa persona che la sera, e nei week-end, soffre così tanto? Tu sei la stessa persona che oggi ha preso un frullato, e che a La Rinascente ha sorriso, perché mentre scendevi dalle scale mobili, Cash Boy ti chiedeva delle tue relazioni... e tu... mentivi...?
4 commenti:
Sappi che è sempre bello leggerti, magari il sapere che uno sconosciuto passa di qui e legge di te non ti cambia la vita, però c'è qualcuno lì fuori a cui doni emozioni.
..Beh.. Invece mi dà una grande e sincera compagnia.. Grazie..
Ho capito una cosa di questo blog: lo scrivi soprattutto per te stessa e a te stessa. difficile mettersi in contatto con te, secondo me non è ciò che cerchi. tuttavia aprirsi al mondo aiuta a superare certe inquietudini. Non sei sola, questo è certo...
Hai ragione Giuliana, a volte è un esercizio inutile. Volevo tirare fuori delle cose, il più possibile senza compromessi. Un bacio :)
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